Dante Alighieri, Commedia
Paradiso, I, vv. 19-48
F-fuf2
General Information
Una mano.
Minuscola cancelleresca con elementi della littera textualis.
Scrittura molto elegante dall'andamento posato e dal tratteggio contrastato. Si segnalano la d e la l nella tipica forma con asta 'a bandiera' con svolazzo abbastanza conenuto, il primo tratto di f e dell'omologa s terminante a chiodo e la h col secondo tratto discendente al di sotto del rigo quasi fino a toccare quello successivo.
A queste caratteristiche si aggiungono alcune tipicità della littera textualis che, oltre all'impiego della penna a punta mozza, si esprimono nella g, vergata sostanzialmente in quattro tratti, nella fusione, nell'accostamento o nella sovrapposizione delle curve contrapposte e nell'utilizzo della r a forma di 2, generalmente non uniforme, anche dopo a e i.
Sono attribuiti a questo copista altri cinque frammenti non riconducibili, come unità codicologiche, a quello conservato a Mesocco (Cagli, Archivio comunale, D.40; Firenze, Archivio dell'Istituto degli Innocenti, Ms. 13529.2; Firenze, Archivio di Stato, Carteggio Mediceo del Principato, filza 242; Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Nuove Accessioni, Ms. 1229.16 inserto n° 2; Ravenna, Biblioteca del Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali, Ms. 5) e il codice integro Berlin, Staatsbibliothek Preussicher Kulturbesitz, Hamilton 205.
Original Condition
La mise en page del frammento si caratterizza, come per gli altri frammenti vergati dallo stesso copista, per gli ampi margini, in particolare quello inferiore, verosimilmente progettati per accogliere un commento, non realizzato.
Per la sequenza testuale, è possibile stabilire che il lato carne corrispondeva al recto del foglio, recante l'incipit del primo canto del Paradiso.
Current Condition
Frammento utilizzato come coperta, conservato separatamente dal libro ospite.
Prima del distacco, il testo del frammento era disposto parallelamente al dorso con il lato testa sulla controguardia anteriore, come si evince dalle piegature presenti in corrispondenza del dorso e della ribalta (su cui cfr. infra).
Dai dati materiali è possibile desumere che il frammento è stato riutilizzato con il lato carne rivolto verso l'esterno, ora non più leggibile alla lampada di Wood se non per alcune parole dei versi 1 e 11-16 e per l'iniziale 'L' (cfr. Description of the Decoration). In particolare, l'iniziale era stata disposta al centro del piatto anteriore, ma ruotata in senso orario di 90 gradi, così come si evince anche dalla scritta "1568", in inchiostro bruno, sovrastata dall'antico numero di corda ("N° 2"), novecentesco, in inchiostro nero, entrambi paralleli al primo tratto della 'L'. Nella parte che invece costituiva il piatto posteriore era stata posta la scritta "Urbarium" in lettere capitali.
Il lato pelo, che fungeva da contropiatto, presentava in apertura la scritta "Urbarium capitu|li S(ancti)s(simi) Io(hannis) et Vict(oris)" (contropiatto anteriore), in un'italica forse ancora cinquecentesca o dei primi anni del secolo successivo.
Il prolungamento del contropiatto posteriore, originariamente rappresentato dalla parte finale del margine inferiore, è stato utilizzato come ribalta, come si rileva da una vistosa piegatura e da una conseguente perdita di supporto.
In questa stessa porzione è stata immessa la vecchia segnatura del Museo Moesano, a penna, "Nr. Inv. 69/259", realizzata nello stesso senso del testo trecentesco.
Oltre alla lacuna nel margine inferiore dovuta a usura si segnalano danni non particolarmente estesi sulla parte che originariamente copriva il dorso, che compromettono la lettura di due o tre parole del testo leggibile nel verso.
Book Decoration and Musical Notation
Una iniziale figurata 'L' dal corpo di colore rosa, su campo dorato circoscritto da una linea nera che delimita uno specchio di mm 60 × 52.
Nel fondo della lettera, in origine probabilmente blu, si intravede una figura umana con un lungo mantello, forse di colore verde, e con il braccio rivolto verso l’alto.
Sulla base dell’iconografia utilizzata in altre iniziali che introducono il Paradiso, si può pensare che la figura rappresenti Dante che si rivolge a Beatrice, oppure che indica il cielo.
Nell'angolo superiore destro del fondo un semicerchio, in origine dorato, potrebbe indicare il cielo.
Dagli angoli del campo si diparte un fregio vegetale con foglie verdi, blu e rosse che si estende lungo i margini esterno e superiore. Intorno al fregio si intravedono dei tondini in origine dorati.
L’iniziale, purtroppo ora quasi illeggibile, denota comunque una buona qualità di esecuzione.
Le lettere sporgenti di inizio terzina sono toccate di giallo.
Content
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History
Dal punto di vista linguistico, il frammento è stato collocato in area fiorentina, mentre, per aspetti codicologici e paleografici è stato ricondotto alla Toscana sud-orientale.
Secondo Bertelli, l'amanuense, che con ogni probabilità era un copista di professione, rappresenterebbe un caso di prestazione d'opera al di fuori della propria città di origine (S. Bertelli, La tradizione della «Commedia» dai manoscritti al testo. II. I codici trecenteschi (oltre l'antica vulgata) conservati a Firenze, Firenze, Olschki, 2016, p. 40).
Lo storico ticinese Giuseppe Pometta, nel segnalare alcuni documenti che attestano la concessione della cittadinanza di Bellinzona, nel 1471, ad un "magister Chritophorus sertor, filius quondam domini Iohannis Antonii de la Schala de Verona", ipotizza che il frammento dantesco possa essere giunto in Mesolcina proprio da un ramo della discendenza di Cangrande della Scala. Lo stesso Pometta segnala che "sul 1450 i Della Scala compaiono a Roveredo, ad Arbedo, a Biasca, a Bellinzona", senza però citare la fonte dell'informazione (G. Pometta, Briciole di storia bellinzonese, serie 8, pag. 196, 1948).
Il frammento, di proprietà dell'Archivio comunale di San Vittore (Cantone dei Grigioni, Svizzera), è stato collocato presso il Museo Moesano della medesima località nel 1949, con la segnatura "69/259", per essere messo a disposizione degli studiosi ed esposto in occasione di mostre (si veda documentazione al proposito in San Vittore, Archivio comunale, IV, Documenti storici del secolo decimosesto (1550-1599), n° 77).
Nel 2012, il frammento è stato ulteriormente trasferito a Mesocco (Cantone dei Grigioni, Svizzera) nella sede della Fondazione "Archivio a Marca" dove è attualmente conservato.
Host Volume
Manoscritto omogeneo, costituito di ff. 36 non numerati, misurante mm 173 × 133 (f. 14r).
Supporto cartaceo con filigrana raffigurante una croce di Sant'Andrea simile a Briquet n° 5725 (Salins, 1567; Héricourt, 1578; Granges, 1578; Dôle, 1578; Maastricht, 1586; Franche-Comté, 1578), misurante mm 48 × 21, con distanza tra i filoni di mm 22 (bifoglio costituito dai ff. 25 e 36).
La fascicolazione è rappresentata da tre senioni, di cui soltanto i primi due (ff. 1-24) impegnati da scrittura.
Non si rileva la segnatura dei fascicoli, al pari della foratura e, ad eccezione di f. 1r, della rigatura a favore di un'impostazione della pagina a campo aperto con iniziali sporgenti verso il margine di sinistra e con tendenza a mantenere un margine superiore di circa mm 20 (nel primo fascicolo questo è occupato da linee ornamentali indipendenti rispetto alla prima iniziale della pagina).
La rigatura di f. 1r, contenente il titolo del documento, è a secco per un rapporto di rr. 17/ll. 9.
Assenti i richiami di fine fascicolo. Si rilevano, invece, in modo non omogeneo, richiami di fine pagina (nel primo fascicolo assenti nei ff. 1r, 6r e 12r; nel secondo assenti nei ff. 13r, 14v, 17r-v, 18r, 19r, 20r, 21r, 22r-22v, 23r-23v, ma presente anche nel f. 13v, privo di scrittura).
Una mano, in italica, responsabile anche del testo a f. 1r in littera textualis di imitazione.
Un'ulteriore mano, sempre in un'italica ascrivibile alla seconda metà del sec. XVI, inserisce una breve sezione testuale nella parte inferiore di f. 20r.
Lo stato di conservazione è buono, sebbene i fascicoli siano slegati tra loro. Presenti alcune macchie di umidità a f. 1r e nella parte centrale esterna dei fogli a ridosso del taglio davanti.
Il documento, redatto dal notaio Lazzaro Frizzi, è una copia tratta dalle imbreviature di suo padre, Giovanni Battista Frizzi.
Sulla camicia cartacea contenente l'Inventarium, oltre alla data e ad alcune note di contenuto sono presenti indicazioni inerenti al testo dantesco, il vecchio numero di corda ("N° 2") e quello più recente ("N° 77").
Sulla camicia cartacea che invece conteneva il frammento dantesco si rileva la scritta "Frammento della Divina Commedia di Dante Allighieri (foglio in pergamena del secolo XIV). Adattato barbaramente a copertina dell'Inventario dei beni della Collegiata di S. Vittore", seguito dalla nota, a matita, "Consegnato Museo Moesano 7.9.49".
Bibliography
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Motta Emilio, Un frammento dantesco in Mesolcina, in "Bollettino Storico della Svizzera Italiana", XXII, n° 11-12, 1900, pp. 172-173.
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Giuseppe Pometta, Cominciando con Dante, in Briciole di storia bellinzonese, serie 1, 1924, p. 145, serie 8, 1948, pp. 196-197, serie 10, 1977, pp. 536-537.
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Regesti degli Archivi del Grigioni italiano. 2. Regesti degli archivi della valle Mesolcina, 1947, p. 155.
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Marcella Roddewig, Dante Alighieri. Die Göttliche Komödie. Vergleichende Bestandsaufnahme der Commedia-Handschriften, Stuttgart, Hiersemann, 1984, n° 738.
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Gabriella Pomaro, Codicologia dantesca 2 (ancora un copista della Commedia), in Miscellanea di studi danteschi in memoria di Silvio Pasquazi, a cura di Alfonso Paolella, Vincenzo Placella, Giovanni Turco, Napoli, Federico & Ardia, 1993, 2 voll., II, pp. 725-738, in particolare, pp. 728 e 738 (Tav. 8).
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Marisa Boschi Rotiroti, Codicologia trecentesca della Commedia. Entro e oltre l’antica vulgata, Roma, Viella, 2004, n° 263.
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Per considerazioni specifiche sulla scrittura di questo frammento in rapporto ad altre testimonianze della medesima mano, si veda Sandro Bertelli, La tradizione della «Commedia» dai manoscritti al testo. II. I codici trecenteschi (oltre l'antica vulgata) conservati a Firenze, Firenze, Olschki, 2016, pp. 40-41 e 105-109.
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Angelo Eugenio Mecca, I manoscritti frammentari della Commedia, Siena, Edizioni Università per Stranieri di Siena, 2021, n° 170.
https://edizioni.unistrasi.it/public/articoli/761/files/7_dante_mecca_def.pdf