Text unidentified
F-aakt
Renzo Iacobucci (fragment description).
Laura Luraschi (host volume description, image management).
General Information
Dalle poche lettere visibli ad occhio nudo e alla lampada di Wood è possibile identificare una mano che utilizza una littera textualis di area nordica di cui si riconoscono, come tratti caratteristici, la a con doppio occhiello, kasten-a, e la nota tironiana per et a forma di 7 con tratto discendente tagliato.
La completa abrasione della scrittura visibile su entrambi i piatti è stata effettuata in modo energico fin quasi a determinare il riaffioramento del testo presente sulle facciate incollate ai quadranti. Dal punto di vista visivo, sia ad occhio nudo sia con l'ausilio della lampada di Wood, si riscontra quindi una sorta di commistione tra le scritture presenti sulle due singole facciate, tale da non consentire né l'identificazione del testo (anche in soli brevi escerti) né di effettuare considerazioni dettagliate sulla tipologia grafica che lo veicola.
Original Condition
La conformazione fisica del frammento corrisponde a quella di un bifoglio di cui è visibile, per tutta l'altezza del dorso, al centro, la linea di piegatura.
Grazie ad un minimo sollevamento delle controguardie, è possibile riscontrare, nei rimbocchi di piede dei piatti, almeno tre fori a sezione lineare realizzati per la costruzione della pagina.
Current Condition
Frammento utilizzato come coperta (fissaggio adesivo con ribattitura sui quadranti, in cartone, a bordi sovrapposti: ribattitura del taglio davanti sopra, ma non fino al labbro).
Controguardie incollate sui contropiatti, non solidali alle guardie.
Testo perpendicolare al dorso.
Nonostante sia possibile sollevare piccole parti della coperta nei punti in cui le sollecitazioni ne hanno determinato lievi strappi, non si hanno elementi perspicui per poter stabilire quale lato della pelle sia visibile, poiché le sezioni analizzabili adese ai piatti mostrano molte tracce di collante o di muffa e, al tatto, i segni di un'abrasione approfondita.
La scrittura è stata erasa in più punti ed è solo parzialmente leggibile alla lampada di Wood (cfr. General remarks).
Tracce di muffa su quasi tutto lo specchio scrittorio della facciata visibile sul piatto anteriore.
Book Decoration and Musical Notation
Sul piatto anteriore tracce di due iniziali, forse una "Q" e una "O", rispettivamente nelle sezioni inferiori della colonna A e della colonna B. Sul piatto posteriore, tracce di alcuni piè di mosca in rosso e in blu.
Host Volume
Legatura rigida con coperta in manoscritto membranaceo di recupero su quadranti in cartone; intitolazione manoscritta al taglio inferiore "Abb. s. III. Decre." e al dorso "Abb. Panor. In 3m Decret. Lib".
Sul foglio di guardia anteriore, anch'esso mancante del foglio solidale, si rileva una filigrana raffigurante un serpente composto di due linee con un filone come asse mediano, misurante mm 38 x 14, non riscontrata nei repertori, ma comunque rapportabile (almeno per il numero e la forma delle spire) a Piccard-Online n° 43044 (Como, 1580) e n° 43054 (Como, 1581). Nell'angolo superiore esterno del medesimo foglio, contromarca formata dalla lettera B sormontata da un fiore a tre petali, misurante mm 33 x 16, non rilevata nei repertori. Distanza tra i filoni mm 28. La stessa contromarca è altresì riscontrabile nell'angolo inferiore esterno della controguardia posteriore mediante un minimo sollevamento della stessa.
Sul foglio di guardia posteriore, solidale al primo dell'ultimo fascicolo segnato Qq, è invece presente una filigrana raffigurante una corona a tre fioroni con punte e perle e due mezzi fioroni con perle, misurante mm 26 x 42, simile a Briquet 4857 (Verona, 1588) ma, rispetto a questa, priva di contromarca. Distanza tra i filoni di mm 31.
Si segnala che la filigrana col motivo del serpente, presente senza contromarca – e con similarità ad altri esempi lombardi – anche in MdS 41 Ha 20 e in due manoscritti recanti i patti di Sornico (distretto di Vallemaggia) e le registrazioni delle tasse pagate nella medesima località (seconda metà del XVI secolo), potrebbe riferirsi al biscione dello stemma dei Visconti di Milano (per questa ipotesi, cfr. Il libro dei patti e ordini di Broglio del 1598-1626. Consuetudini antiche, organizzazione socio-economica e concezione degli statuti di un Comune della Val Lavizzara, a cura di Patrik Krebs, Mark Bertogliati, Bruno Donati et alii, Lugano, Fondazione Ticino nostro-Locarno, Armando Dadò, 2015, pp. 41-42).