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Il documento si presenta in ottimo stato di conservazione, le uniche parti scarsamente leggibili sono quelle in corrispondenza del dorso del registro e dei rinforzi di rilegatura.
Non è presente la foratura, ma si notano dei punti tracciati ad inchiostro nel margine sinistro dello specchio di scrittura. Si segnala, inoltre, la presenza di un sigillo pendente ad oggi andato perduto, così come si legge nel testo del documento (r. 27: curiae episcopalis Bononiensis sigili appensione communiri) e come si può dedurrre dalle evidenze materiali (si nota la traccia dei fori praticati nella pergamena per l'appensione del sigillo).
La mano che verga il documento è quella del notaio bolognese Bartolomeo Foscarari, un'italica molto curata e leggibile con pochissime abbreviazioni. La prima riga del documento è tracciata in capitale epigrafica.